L'IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO

Fu inaugurato nell’inverno del 2009 allo scopo di recuperare per via aerobica la frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani, trasformandola in compost, ossia un substrato per la coltivazione delle piante che non è più un rifiuto.

In particolare nell’impianto sono miscelati in opportune proporzioni gli scarti di cucina, CER 200108, che forniscono la massima parte dei nutrienti presenti nel compost, con gli scarti vegetali della manutenzione del verde, CER 200201, che consentono di ridurre la compattezza della miscela iniziale, facilitando la circolazione dell’aria al suo interno, cosa essenziale affinché possa trasformarsi in compost. Sono avviate a compostaggio circa 50 t/giorno di materiali organici.

Il processo si divide in varie fasi successive: 1) miscelazione degli ingredienti; 2) bioossidazione accelerata della miscela per due settimane, in biocelle chiuse a ventilazione forzata intermittente; 3) bioossidazione per altre due settimane in biocelle semiaperte, con analoga ventilazione; 4) bioossidazione di stabilizzazione per altre due settimane all’esterno delle biocelle, in un ampio locale chiuso, sempre con ventilazione forzata intermittente; 5) maturazione finale per sei settimane in un altro ampio locale chiuso, diverso dal precedente, stavolta senza ventilazione forzata; 6) raffinazione meccanica finale del materiale per sminuzzamento, vagliatura a 12 mm, asportazione dei metalli ferrosi tramite elettromagnete ed asportazione delle plastiche tramite getti d’aria; 7) deposizione del compost raffinato in ulteriore area coperta dell’impianto, non chiusa; 8) analisi di qualità del raffinato; 9) destinazione d’uso conseguente ai risultati delle analisi: a) in caso di conformità, utilizzo come “ammendante compostato misto del terreno”, a norma di legge; b) in caso di non conformità, utilizzo come terra di ricoprimento nella locale discarica.

Nei locali chiusi dell’impianto di compostaggio è garantito il ricambio dell’aria per aspirazione continua; l’aria aspirata viene poi ripulita dalla polvere e da una parte delle sostanze maleodoranti presenti grazie a getti d’acqua a pioggia, spruzzati all’interno di appositi macchinari chiusi detti “scrubber”; infine l’aria che esce dagli scrubber viene fatta passare, nei cosiddetti “biofiltri”, attraverso uno spesso strato di frammenti vegetali (tronco e rami di latifoglie, per es. l’eucalipto) mantenuti umidi da getti d’acqua intermittenti e restituita all’atmosfera priva di odori sgradevoli: infatti sulla superficie del materiale vegetale cresce un biofilm di batteri aerobi che, per così dire, si nutrono dlle sostanze volatili presenti nei “cattivi odori”, depurandoli e rilasciano nell’atmosfera acqua e anidride carbonica.

Nel 2015 il compost prodotto dalla Villaservice Spa ha ricevuto il Marchio di Qualità dal Consorzio Italiano Compostatori ed è distribuito con il nome di “Villacompost”.